Da oggi è possibile sottoscrivere le nuove obbligazioni emesse da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si occupa di gestire il risparmio postale e finanziare tantissimi progetti finanziari, immobiliari ed infrastrutturali in tutta Italia.
L’obbligazione ha durata 6 anni, garantisce il rimborso del capitale a scadenza ed è a tasso misto: per i primi tre anni pagherà un tasso del 5,00% lordo (4,375% netto), mentre per i successivi tre anni pagherà un tasso pari all’Euribor a 3 mesi più 0,90%, corrispondente oggi al (3,96 + 0,90) 4,86% lordo (4,25% netto).
Una considerazione importante da fare è che, come si legge nella Nota di Sintesi a pagina 4, “investendo nelle Obbligazioni, l’investitore è esposto al rischio che l’Emittente diventi insolvente. Pertanto, nel caso in cui l’Emittente non sia in grado di onorare i propri obblighi relativi a tali pagamenti e/o al rimborso del capitale, tali diritti potrebbero essere pregiudicati”. In sintesi, le obbligazioni non sono garantite dallo Stato Italiano. Sembra strano ma è così. Poco male in quanto, prima che fallisca Cassa e Depositi e Prestiti, ne deve passare di acqua sotto i ponti!
Altra considerazione più pratica è relativa al rendimento. Il tasso per i primi tre anni è senza dubbio molto interessante, se paragonato col BTP 15.12.2029, che si compra poco sotto 99, che ha una cedola del 3,85% lordo q che quindi rende poco più del 4,00% lordo (3,50% netto), contro, come detto sopra, il 5,00% lordo (4,375% netto) per i primi tre anni della nuova obbligazione CDP. L’incognita è relativa ai tre anni successivi. L’Euribor rimarrà elevato ancora per diversi anni e quindi le cedole del quarto, quinto e sesto anno saranno ancora molto generose, oppure l’Euribor calerà parecchio e quindi le tre cedole successive saranno scarse? Non sapendo come sarà l’Euribor tra tre anni, possiamo fare questa considerazione. Perché la nuova obbligazione arrivi a rendere come il BTP 15.12.2029, l’Euribor 6 mesi nel 2026 dovrebbe essere circa alla metà di quanto è oggi, quindi al 2%. Se si crede che l’attuale situazione di tassi alti possa continuare per almeno un lustro, allora vale la pena diversificare il portafoglio e mettere qualcosa anche su questa obbligazione, visto che di questo emittente non abbiamo nulla. In caso contrario è meglio lasciar perdere.
Per chi ha una propensione al rischio bassa, consiglio pertanto la sottoscrizione dell’obbligazione.